Lettere di prigiornieri di guerra italiani 1915-1918

Riferimento: 9788833926018

Editore: Bollati Boringhieri
Autore: Spitzer Leo
Collana: Nuova cultura
In commercio dal: 28 Agosto 2014
Pagine: 345 p., Libro in brossura
EAN: 9788833926018
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Descrizione

Durante la Grande Guerra accadde qualcosa di cui gli assalti, le trincee, la prigionia e l'onnipresenza della morte furono la micidiale occasione, ma che ebbe natura tanto incruenta quanto dirimente: l'italiano popolare passò dall'oralità dialettale alla scrittura. La lontananza da casa fece sì che una quantità enorme di corrispondenza intercorresse tra i soldati e i loro familiari, mogli, fidanzate e amici. Lettere e cartoline di persone semplici, poco istruite, testimoniavano con grafia incerta e balbettii stilistici del confronto in atto tra il dialetto e la parola scritta, e dei suoi effetti ibridanti e contorsivi su lessico e sintassi. Della rivoluzione linguistica maturata tra formule convenzionali di saluto ed emozioni universali difficili da esprimere, tentativi maldestri di criptare passaggi delicati e improvvisi abbandoni a guizzi di spirito, si accorse per primo un giovane filologo austriaco che lavorava per il fronte nemico. Leo Spitzer, la cui futura grandezza di studioso si annunciò proprio allora, era un funzionario dell'Ufficio di censura militare di Vienna addetto al flusso postale di prigionieri sia appartenenti al Regno d'Italia sia italofoni imperialregi, come trentini, friulani o istriani. Osservatorio privilegiato per chi, come lui, preferiva di gran lunga penetrare nella biologia della lingua piuttosto che respirare il tanfo polveroso di una scienza squallida, che avrebbe contribuito a svecchiare.